Ticino: costumi e colori del divertimento

Nella Svizzera italiana è già l’ora del carnevale – Il racconto di una sarta e di come ha rivestito due Guggen locali e il sire di Cadenazzo

Quest’anno il Ticino carnascialesco verrà percorso da almeno 23 costumi inediti, quelli che indosseranno i componenti della Fracasoi Cerott Band, la Güggen nata nel 1971 a Biasca «grazie allo spirito festoso e alla voglia di divertirsi di un gruppo di amici appassionati di hockey su ghiaccio (e dell’Ambrì, ndr) e di carnevale», come informa il loro sito fracasoi.com. Per evidenti motivi – l’effetto sorpresa – non possiamo mostrarvi i costumi, ma «solo» chi li ha ideati e realizzati, Michela Ghirlanda, di formazione sarta e tecnico dell’abbigliamento.

La prima informazione riguarda il luogo di realizzazione, il carcere cantonale. Capo arte sartoria alla Stampa, Michela Ghirlanda per la materializzazione dei costumi si è infatti avvalsa del contributo di alcune persone detenute. Per quello che concerne l’ideazione invece, «grazie a una conoscenza tra… band, e sapendo della mia attività, i Fracasoi, volendo rinnovare il … guardaroba, mi hanno contattata. Da loro ho quindi ricevuto alcuni input, senza un tema preciso, l’importante era che il costume fosse molto colorato e comodo… Fantasy, e che non superasse il budget stabilito. Con questi elementi in mano ho quindi elaborato le idee». 

Tra ideazione e realizzazione sono trascorsi un paio di mesi, secondo un processo così definito. «A partire dall’idea condivisa e dalla scelta del modello – spiega la sarta – si sviluppa un prototipo. La fase successiva consiste nella scelta del materiale e nella creazione del prototipo definitivo». Segue quindi la produzione in serie fino alla meta finale. La consegna dei costumi che verranno poi sfoggiati sul territorio cantonale durante i carnevali. Consegna alla Fracasoi Cerott Band avvenuta tra l’altro proprio ieri, sabato, non senza emozione. 

Biasca, Cadenazzo e un costume regale

Le due località distano circa 30 km l’una dall’altra, ma a unirle non vi è solo lo stesso spirito carnevalesco, quello che risuona nelle trombe, nei tromboni, nei tamburi della Carnasc Band di Cadenazzo – la Guggen fondata nel 1989 e comprendente una sessantina di membri attivi – ma anche Michela Ghirlanda. Come mai? Chiesto, risposto. «Conclusa la formazione alla Scuola specializzata superiore di tecnica dell’abbigliamento e della moda di Lugano – STA (forse anche per riprendersi dalle fatiche dello studio, ndr), nel 2002 sono entrata a far parte della Carnasc Band dove vi sono rimasta per una quindicina d’anni. Inizialmente, per sette anni circa, ho figurato come comparsa, non suonavo uno strumento, ma per alcuni anni ho fatto parte della commissione costumi, quindi partecipando all’ideazione e parzialmente alla loro realizzazione». Nella loro storia la Carnasc Band ha vissuto molteplici variazioni: da fenicotteri a lavandaie, da farfalle a protagonisti di Bollywood, confluendo nei rockabilly, negli Irish irlandesi, i Simpson e ancora trasformandosi in cesti di verdure strombazzanti. «Solitamente il costume cambia di anno in anno – osserva l’esperta cucitrice – ma poi entrano in gioco altri fattori, come quello finanziario, o la sua particolare bellezza, e un costume può sfilare per più anni». Come è stato il caso per il costume del «sire» di Cadenazzo, il primo creato da Michela Ghirlanda. «Nel 2003 il re mi chiese di realizzargli un costume, abito che ha poi indossato per più di 10 anni, finché (forse per ridare lustro al suo regno, ndr) me ne ha richiesto uno nuovo». Nelle tre immagini a lato si possono vedere alcuni dettagli dell’«abito di stato». «Il vestito è stato realizzato con velluto di cotone bordeaux e un pregiato velluto broccato color oro. Il tutto decorato con passamanerie e bottoni color oro antico», spiega il tecnico dell’abbigliamento».

Da figurante a suonatrice a stilista

«Dopo sette anni ho deciso di cominciare a suonare e ho scelto la tromba. Ricordo la mia prima apparizione vestita da fenicottero. Il passaggio a un ruolo più attivo è stato spettacolare, ti senti parte di un tutto all’interno di un gruppo che diventa come una famiglia». 

Arriviamo, in piena metamorfosi carnevalesca, alla nuova fase di Michela Ghirlanda, creare costumi, e qui si parla di una sessantina di capi, per un’intera Guggen. Un passaggio nato in una circostanza particolare. Siamo nel 2019. «Dopo aver lavorato per 17 anni nell’ufficio di un grande marchio internazionale, a causa dello spostamento dello stesso all’estero mi sono trovata senza lavoro. Per occupare il tempo e creare una possibilità lavorativa, da un lato mi sono proposta alla Carnasc Band per collaborare nella creazione di vestiti, nello stesso tempo anche il gruppo di Cadenazzo mi è venuto incontro»

© CdT/Chiara Zocchetti

MARCO ORTELLI

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