L’ultimo monitoraggio della Fondazione Cima ha documentato che le nevicate di febbraio e marzo sono riuscite a riportare a paro, per la prima volta da due anni, il valore di “acqua contenuta nella neve”. L’indicatore, secondo i risultati della valutazione, ha registrato addirittura un leggero aumento rispetto alla mediana degli ultimi 12 anni (+1%). I dati sono in forte ripresa per le Alpi – specificano nel documento – ma ancora in deficit per quanto riguarda gli Appennini. Se si guarda ai dati dei singoli bacini idrografici, il divario appare evidente. Mentre sul Tevere si registra ancora un deficit del -80% rispetto al periodo storico, per l’Adige l’anomalia è appena del -4%. Per il Po, invece, il valore è addirittura in positivo (+29%) e in particolare triplicato da febbraio a oggi. Ad ogni modo, la situazione non è uniforme nemmeno nell’arco alpino, dove si osservano differenze importanti a seconda della quota. I valori sono infatti positivi solo sopra i 1800-2000 metri, mentre al di sotto di questa quota il deficit rimane significativo.
redazione