Podcast, libertà di informazione e presunzione di innocenza Il 9 maggio un corso con Chora Media su come si scrive un Podcast

Una proposta dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia per chi vuole fare il giornalista usando un metodo sempre più all’avanguardia, potrebbe interessare molti giovani.

Non sono più un fenomeno passeggero o una moda. I podcast sono ormai un nuovo canale di informazione. L’ultima ricerca Ipsos con dati sul 2022 parla di 11,1 milioni di ascoltatori abituali sopra i 16 anni (+1,8 milioni rispetto al 2021). Molti sono giovani (43% di under 35) e hanno un titolo di studio elevato (nel 2022 i laureati raggiungono il 30%). Come abbiamo già spiegato qui, insomma, i podcast possono essere un modo per raggiungere un pubblico diverso. E anche in Italia non mancano casi di giornalisti autori di successo, come abbiamo raccontato qui
Realizzare un podcast richiede però un diverso approccio alla scrittura. È necessario tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore e gestire in modo consapevole voce e ritmi. Occorre anche saper gestire il montaggio e gli altri elementi audio – dalle musiche alle interviste – in modo funzionale all’ascolto. Su questi temi, l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha progettato e organizza con Chora Media un corso dal titolo Raccontami una storia: progettare e scrivere un podcast. Tre ore di avviamento, con esempi stranieri e nazionali, per raccontare l’ideazione e il processo di realizzazione. Tra i relatori: Mario Calabresi, già direttore de La Stampa e la Repubblica e fondatore di Chora Media; Francesca Milano, responsabile di Chora News; Andrea De Cesco, direttore di Chora Academy. Il corso si tiene a Milano, all’università Iulm, il 9 di maggio. Costa 35euro e fa parte dell’offerta a pagamento – corsi di qualità a prezzi simbolici – secondo la logica che abbiamo spiegato qui e che abbiamo già testato (con vostra soddisfazione) con il corso su ChatGPT del 21 marzo. Cosa fare per iscriversi al corso Raccontami una storia  Data chiusura iscrizioni: 3 maggio  L’iter è il seguente:
1. Iscriversi sulla piattaforma www.formazionegiornalisti.it
2. Effettuare il bonifico di 35 euro intestato a 
ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA 
IBAN: IT66R 05034 01741 000000020590
Banco BPM
Nella zona “causali” indicare
–        nome e cognome
–        codice fiscale
–        ordine di provenienza
–        titolo del corso 
3. Inviare una e-mail a corso.odg@odg.mi.it  con la copia del bonifico.La copia del bonifico e le info indicate dovranno essere inviate entro il 3 maggio.  A difesa della libertà di informazione 
Secondo l’ultimo rapporto del ministero degli Interni, nel 2022 sono stati 111 gli atti intimidatori ai danni di giornalisti, con una diminuzione del 52% sul 2021. Il trend è proseguito nei primi due mesi del 2023: 14 gli atti denunciati rispetto ai 28 riferibili allo stesso periodo del 2022. Dal ministero arriva tuttavia l’invito a leggere con attenzione questo andamento in calo «anche alla luce di una possibile tendenza alla diminuzione delle denunce da parte delle vittime». Di certo tra le regioni che hanno fatto registrare nel 2022 un maggior numero di eventi o denunce vi sono Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia, con 76 episodi complessivi, pari al 68,5% del totale.
Il 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia organizza due corsi alla Fondazione Stelline di Milano dedicati a ciò che oggi restringe, minaccia o condiziona il lavoro di chi fa informazione. 
Il primo corso ha per titolo Mafie, enti locali e libertà giornalistica ed è dedicato al fenomeno dell’infiltrazione mafiosa in Lombardia, ai condizionamenti nei confronti degli amministratori locali e nei riguardi di chi fa informazione. Il tema sarà affrontato da amministratori locali, magistrati inquirenti, ricercatori. L’obiettivo è fornire un inquadramento del fenomeno su scala nazionale e regionale e informare gli iscritti sulle azioni di tutela che – anche con il supporto dell’Ordine dei giornalisti – possono essere portate a difesa del loro lavoro. 
Il secondo corso ha per titolo Minacce alla libertà giornalistica: diffamazione e Slapp (Strategic Lawsuit Against Public Participation), e tratterà della diffamazione e delle querele “temerarie” che minacciano e condizionano l’attività giornalistica. Il corso sarà anche l’occasione per approfondire il documento approvato il 29 marzo dal Consiglio nazionale dell’Ordine (Cnog) in cui si invita il legislatore ad adeguare la normativa nazionale in materia di diffamazione a mezzo stampa eliminando la previsione del carcere e riducendo le sanzioni pecuniarie che costituiscono una ingiustificata limitazione alla libertà di stampa, in linea con quanto sancito dalla Corte Costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu). Presunzione di innocenza: continua la discussione sul documento dell’OrdineContinua l’azione dell’Ordine per discutere sui limiti e le difficoltà create dal decreto legislativo sulla presunzione di innocenza, il “decreto Cartabia”. Dopo la partecipazione a diversi corsi ed eventi a Milano, organizzati con l’Ordine degli Avvocati di Milano (il 17 gennaio, alla presenza del procuratore Marcello Viola) e la Camera Penale (il 24 gennaio), o dall’Associazione lombarda dei giornalisti (il 31 marzo), ad aprile si è cominciato a discutere del tema in Lombardia: a Bergamo, il 4 aprile, con la partecipazione del Procuratore Antonio Angelo Chiappani e a Brescia, il 12 aprile, con la partecipazione del Procuratore Francesco Prete. Il documento è stato anche presentato – dall’Ordine lombardo e dall’Ordine nazionale, con la presenza del vicepresidente Angelo Baiguini – al procuratore di Lecco Ezio Domenico Basso, che parteciperà al corso dell’8 maggio La presunzione d’innocenza e l’accuratezza dell’informazione a un anno dall’entrata in vigore del dlgs 188/2001. Tra i relatori anche il presidente dell’Ordine degli avvocati Elia Campanelli. Si tornerà a parlare di Presunzione di innocenza a Milano, inoltre, il 5 maggio, al corso Presunzione di innocenza e tecniche di comunicazione giudiziaria realizzato in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Milano, con la partecipazione del Procuratore di Milano Marcello Viola, del presidente facente funzioni del tribunale di Milano Fabio Roia, e del presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Antonino La Lumia.Il documento è stato inoltre illustrato al Prefetto di Milano, Renato Saccone e al Prefetto di Varese, Salvatore Rosario Pasquariello. Accesso al praticantato e formazioneIl 28 marzo il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha varato la revisione delle modalità di accesso al registro dei praticanti. In base ha una nuova interpretazione dell’art. 34 della legge 69 del 1963, condivisa con il ministero della Giustizia, i Consigli regionali dell’Ordine possono ora procedere all’iscrizione di chi può documentare attività giornalistica retribuita pur non avendo una testata o un direttore responsabile, per esempio perché lavora in uffici stampa o nei social media. La domanda di iscrizione dovrà quindi documentare la continuità dell’attività giornalistica, esercitata in maniera sistematica con particolare riferimento alla produzione giornalistica e alla certificazione della retribuzione del lavoro, anche senza il vincolo della subordinazione.Lo svolgimento del praticantato, che resta di 18 mesi, sarà sottoposta a vigilanza dai consiglieri regionali attraverso la designazione di un tutor e di apposite attività formative da definire di caso in caso. 

 Referenti territoriali e Commissioni: a breve il varoIl Consiglio dell’Ordine sta valutando le candidature per la rete di referenti territoriali, giunte entro il 31 marzo, e quelle per la nuova commissione Cronaca sportiva. In particolare, sono giunte dodici candidature per sette delle nove province lombarde (Milano esclusa). Per le province che, dopo la valutazione, resteranno scoperte – tra esse sicuramente Brescia, Cremona, Lecco e Lodi, per le quali non sono giunte candidature – si valuterà la riapertura del bando. Il prossimo Consiglio di inizio maggio potrebbe varare i due organismi.
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