Italexit, Paragone presenta le liste a Milano

Gianluigi Paragone è un collega, ho stima per lui e per le persone che scendono in campo sotto il suo Italexit, merita di essere ascoltato.

Il leader di Italexit a Milano ha presentato i candidati alle politiche del 25 settembre prossimo

“La campagna elettorale è iniziata all’insegna delle bugie del centrodestra e del centrosinistra che non vogliono raccontare agli italiani come stanno le cose: finita la gara elettorale dal 26 settembre riprenderà l’agenda Draghi, la quarta dose e il green pass sanitario, si tornerà a parlare di lockdown magari energetico, però tutto questo né il centrodestra né il centrosinistra né il Movimento Cinquestelle lo vogliono dire agli italiani. L’unico modo per fermare questo capitolo già scritto è votarci”. Lo afferma a Milano il leader di Italexit, Gianluigi Paragone a margine della presentazione dei candidati alle politiche del 25 settembre prossimo.

L’elettorato a cui si guarda è quello “che si ritiene ancora sovrano: un popolo che sa di avere diritti, oltre che doveri, e libertà a cui non vuole rinunciare”, ma nessuna ambizione a sostituire il M5S, ma “a interpretare quel disagio che c’è nel Paese” spiega. “Quando il vecchio Movimento Cinquestelle prese il 33 per cento vuol dire che c’era un pezzo di Paese che era in sofferenza e chiedeva di rompere il solito schema. Qual è invece il successo di Conte? Aver salvato i Benetton. Conte è l’uomo che non ha revocato le concessioni autostradali ai Benetton, è quello che ha dato i soldi alla famiglia Elkann e Fca per fare le mascherine da distribuire nelle scuole, Conte è quello che si è inventato Arcuri, supercommissario a tutto. Sono tutti parte della stessa commedia, una commedia tragica di cui gli italiani stanno pagando il prezzo”, sottolinea Paragone.

“Non sono abituato a guardare i continui andirivieni di Calenda e Renzi, sono due attori del copione draghiano. A me Draghi sembra soltanto un buon incappucciato della finanza, incapace di leggere e interpretare ciò che accade nel mondo delle imprese” conclude.

fonte. La REPUBBLICA

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