Celebriamo degnamente questa giornata grazie ad una poesia di Rosa Maria Corti, che ringraziamo, intitolata “AL TÉRMAN” (dialetto della Valle Intelvi)

Quando il confine fra proprietà diverse non era segnato da elementi naturali facilmente individuabili, come un corso d’acqua, una strada, un muro o altro, era indicato appunto con il térman che consisteva in un sasso un po’ piatto ed appuntito fissato verticalmente nel terreno, sulla linea divisoria, tenuto ritto da due sassetti, completamente interrati, posti a fianco, che erano detti testimoni.

AL TÉRMAN

Sudada e strimìda

la s’èva svegliada da nocc.

La s’èva insugnada

c’al la truava più,

c’al gh’éva più.

L’éva cercaa fin dènt al quai:

naòt. Chi pudeva vess stài?

Ma a la matina, ind’al bosch,

l’àà puduu tirà su ‘l fiàa:

al térman1 l’èva emò al sò post.

IL TERMINE /CONFINE  Sudata e spaventata/ si era svegliata di notte. / Si era sognata che non lo trovava più, che non c’era più. / Lo aveva cercato fino al torrente:/ niente. Chi poteva averlo preso?/ Alla mattina, però, nel bosco, / ha potuto trarre un sospiro di sollievo:/ il termine era ancora lì al suo posto.

Questa ed altre poesie sono contenute nel libro “La Mia Valle” che Rosa Maria Corti ha scritto.

Di VALLE INTELVI NEWS

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Un pensiero su “<strong>17 Gennaio Giornata Nazionale  del Dialetto e delle Lingue Locali</strong>”
  1. Si segnala ai lettori il libro di Felice Bassani e Amanzio Aondio “DIALETTO DA SALVARE”, edizioni Paolo Cattaneo Oggiono, dal quale estrapoliamo un proverbio adatto al mese di Gennaio:
    A Sant’Antoni de la barba bianca, o prima o dopu la nef non manca.

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