
C’era una volta, tra le montagne che dividono il Lario dal Ceresio, un bosco incantato dove gli alberi… avevano il volto!
Si chiamava Bosco delle Espressioni, perché tra le betulle e gli abeti, spuntavano statue scolpite nel legno con facce sorridenti, pensierose, curiose, persino un po’ buffe. Nessuno sapeva davvero chi le avesse create. Qualcuno diceva fossero opera degli gnomi della Valle, altri giuravano che fosse stato il vento, accarezzando i tronchi per secoli.
Un giorno, una bambina di nome Nina, che amava correre a piedi nudi nei prati e parlare con i sassi del fiume, decise di entrare nel bosco per cercare la statua più felice di tutte.
“Se la trovo,” pensava, “forse potrò scoprire il segreto della vera gioia.”
Cammina cammina, Nina incontrò diverse statue: una aveva un gran sorriso, ma gli occhi tristi; una aveva il broncio, ma la fronte serena; una che sembrava dormire e sognare…
“Com’è possibile?” si domandava. “Non ce n’è una che sia davvero solo felice?”
Alla fine del sentiero, Nina si fermò davanti a una statua di legno semplice semplice, senza grandi sorrisi, né smorfie. Aveva un’espressione… tranquilla.
“Tu non sembri la più felice…” disse Nina.
Ma proprio in quel momento, il vento mosse le foglie, e la statua sembrò sussurrare:
“La vera felicità non è urlata, ma sentita. È un battito calmo nel petto, un respiro di pace.”
Nina sorrise.
Aveva trovato ciò che cercava.
Da quel giorno, ogni bimbo che entra nel Bosco delle Espressioni lo fa in silenzio, per ascoltare. Perché a volte i volti nel legno… parlano. Ma solo a chi ha il cuore attento e aperto agli altri.
Testo Manuela Valletti
Illustrazione Lumen