
C’era una volta, arrampicato tra i monti della Valle Intelvi, un piccolo paese chiamato Claino. Ma non era un paese qualunque. Le sue case parlavano!
Sulle facciate, infatti, non c’erano semplici muri grigi, ma grandi murales colorati che raccontavano storie: una gallina che insegnava a contare i chicchi di mais ai pulcini, un coniglio che correva tra le carote del suo orto, una capretta dispettosa che saltava sui tetti e una mucca saggia che insegnava le stagioni ai bambini del borgo.
I bambini di Claino passavano le giornate ad ascoltare queste storie: bastava sedersi sotto un murale e, quando il sole li scaldava abbastanza, le figure cominciavano a sussurrare!
Un giorno, arrivò nel borgo una bambina di nome Lia. Era timida e si era appena trasferita da lontano. I murales la guardavano curiosi, ma restavano silenziosi. Lia era triste: pensava che le storie non volessero parlare con lei.
Finché un pomeriggio, mentre disegnava da sola su un quaderno, una farfalla azzurra le si posò sulla spalla e poi volò via… dritta verso un murale. Lia la seguì, e senza pensarci appoggiò il suo disegno al muro. In quell’istante, come per magia, il disegno prese vita e si aggiunse al murale!
Da quel giorno, Lia divenne l’illustratrice del borgo dipinto. I muri cominciarono a raccontare anche le sue storie: storie nuove, storie di bambini, di sogni e di giochi. E il borgo di Claino divenne il paese dove ogni bambino poteva lasciare la propria impronta, con un disegno, una parola, un sogno colorato.
E se oggi passate da lì, fermatevi in silenzio davanti a un murale… magari vi sussurrerà qualcosa.
Testo Manuela Valletti
Illustrazione Lumen