Tanto tempo fa, in un tempo in cui le stelle parlavano agli alberi e il vento sussurrava storie antiche alle foglie, il piccolo villaggio di Ponna si stendeva come un nido tra le braccia verdi della Val d’Intelvi. Era un paese diviso in due: Ponna Superiore, dove il sole si posava prima di andare a dormire, e Ponna Inferiore, dove il fiume cantava tutto il giorno. Ma gli abitanti, pur divisi dalle alture, avevano un cuore solo, e così, nel 1756, decisero di unirsi in un solo nome: Ponna, il paese tra cielo e laghi.

A 870 metri di altezza, Ponna guardava il mondo dall’alto e in particolare il Lago di Lugano, che ogni sera si vestiva d’argento per salutare il tramonto.

Ma ciò che rendeva davvero speciale questo paese era un monte: il Monte Tellero.

Sul Tellero c’era un piccolo lago incantato, così limpido da sembrare uno specchio del cielo. Le leggende raccontavano che, nelle notti di luna piena, nel laghetto comparisse l’immagine di una donna bellissima, vestita di luce e vento: era L’Aurina, la guardiana delle pietre antiche e dei segreti della terra.

Si diceva che L’Aurina fosse nata ai tempi dell’Età del Bronzo, quando a Ponna vivevano i primi abitanti, capaci di ascoltare il linguaggio delle pietre cupelliformi, quelle strane rocce con incavi scavati dall’uomo o forse dagli spiriti, dove si raccoglieva l’acqua sacra. Lei proteggeva quei segni del passato e vegliava sul bosco, sui cervi, sulle aquile e sulle volpi silenziose.

Un giorno un giovane pastore di nome Bastian, curioso e sognatore, trovò una di quelle pietre antiche tra i pascoli alti. Aveva una forma strana, come una mappa. Decise di portarla al laghetto del Tellero. Appena la poggiò a terra, il cielo si oscurò e dal lago emerse L’Aurina.

«Hai trovato la Pietra del Tempo,» disse con voce come vento tra i castagni. «Ora ascolta: proteggi questo luogo, perché in esso dorme la memoria del mondo.»

Bastian non capì tutto subito, ma tornò ogni giorno al lago, imparando a leggere i segni, a sentire le voci degli alberi e a parlare con gli animali. Divenne il primo Custode della Memoria, e da allora ogni generazione di Ponna scelse un custode, perché la magia del passato non svanisse mai.

Oggi, chi arriva a Ponna da Laino non vede più L’Aurina, ma se si ferma in silenzio al Monte Tellero, può udire il respiro del tempo, il richiamo delle pietre, e il sussurro del lago che racconta una storia antica… quella di un piccolo grande paese, tra il Lario e il Ceresio.

testo Manuela Valletti

Immagine LUMEN

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Di VALLE INTELVI NEWS

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