
Favola per i bambini della Valle
C’era una volta, tra i pascoli verdi e i larici profumati della Valle Intelvi, una piccola marmotta di nome Mina. Era curiosa, sveglia, e passava le sue giornate a rotolarsi nei fiori di campo e ad ascoltare il vento che raccontava storie antiche alle cime dei monti.
Un giorno d’estate, mentre il cielo si riempiva di stelle cadenti, Mina vide una luce più brillante di tutte. Non cadde lontano, ma proprio lì, vicino alla cima del Monte Generoso. “È una stella!” gridò. “Una vera stella è caduta nella mia Valle!”
Incuriosita, partì all’alba. Salì sentieri sassosi, attraversò ruscelli argentati e parlò con gli animali del bosco. Ogni creatura le dava un piccolo indizio:
– “Ha lasciato una scia dorata tra i pini,” disse il cervo.
– “Si è posata silenziosa accanto al rifugio in cima,” mormorò la civetta.
– “Ma attenzione,” disse lo scoiattolo, “non tutte le stelle vogliono essere trovate.”
Quando Mina arrivò in cima, il sole stava sorgendo. E lì, tra le rocce e i fiori d’alta quota, trovò una piccola pietra luminosa, calda e pulsante, come un cuore.
“Sei tu la stella?” sussurrò.
La pietra brillò piano. Una voce gentile le rispose:
“Sì, ma non sono caduta. Sono scesa per portare un dono: il coraggio e la gentilezza, perché chi li porta nel cuore può brillare anche di giorno.”
Mina portò la pietra nel suo nido, e da quel giorno, ogni volta che un bambino nasceva nella Valle, una piccola luce dorata si accendeva tra le montagne.
E si dice ancora oggi che, in certe notti d’estate, la luce della stella di Mina si possa vedere brillare tra le vette del Generoso.
Per chi crede nelle favole. Per chi ascolta il vento.
Testo: Manuela Valletti
Illustrazione: Lumen