Favola per i bambini della Valle Intelvi

C’era una volta, proprio nel cuore di Castiglione Intelvi, una casetta dal tetto rosso che custodiva un segreto. Non un segreto qualsiasi, ma uno fatto di trottole, soldatini di stagno, bambole di pezza e cavalli a dondolo.

Quel luogo speciale si chiamava “La Stanza dei Giochi” e apparteneva al signor Gianni, una persona anziana dagli occhi gentili e la memoria piena di storie. Per tutta la vita aveva raccolto giochi del passato, quelli che un tempo facevano brillare gli occhi ai bambini dei nonni e dei bisnonni.

Un giorno, Gianni si accorse che i suoi giocattoli erano un po’ tristi. “Forse,” pensò, “sentono la mancanza delle risate dei bambini.”

Così aprì le porte della sua collezione ai piccoli della valle. I bambini arrivavano da Pigra, da San Fedele, da Dizzasco, ma anche da fuori valle. E quando entravano, restavano a bocca aperta: era come entrare in una macchina del tempo!

C’erano trenini di latta che fischiavano ancora, carillon che cantavano dolci melodie, bambole che indossavano vestiti cuciti a mano, e giochi di legno levigato, consumati dalle dita di chi aveva giocato prima di loro.

La magia più grande peró era che nella Stanza dei Giochi, anche i bambini di oggi riuscivano per un attimo a lasciare tablet e videogiochi, per tornare a inventare, immaginare, sognare.

Tra tutti quei bambini, c’era una bimba che tornava ogni giorno. Si chiamava Lidia, aveva i capelli neri come il carbone e gli occhi profondi come il lago.

Non parlava molto, ma ogni volta si avvicinava alla stessa bambola: una bambolina di pezza con il vestito a quadretti blu e il sorriso cucito con filo rosso. La prendeva in braccio piano piano, come si tiene in braccio qualcosa di molto prezioso. Poi si sedeva su un tappeto e restava lì, in silenzio, a coccolarla.

Gianni aveva osservato tutto e un giorno le chiese:

«Ti piace proprio tanto questa bambola, vero?»

Lidia annuì.

«A casa non ne hai una tua?»

La bambina scosse la testa.

Gianni rimase in silenzio per un momento. Poi si alzò, prese la bambola con cura e la porse a Lidia.

«Allora adesso sì che ce l’hai. Questa è tua.»

Gli occhi della piccola si riempirono di luce. La bambola aveva trovato la sua nuova casa e il cuore di Gianni si era riempito ancora una volta di quella magia silenziosa che solo i bambini sanno regalare.

Da quel giorno, nella Stanza dei Giochi, c’era un posto vuoto sullo scaffale… ma Lidia tornava ancora e ogni giorno voleva mostrare a Gianni come stava bene la sua bambola, lo salutava e correva via felice.

Gianni, dal suo sgabello vicino alla finestra, sorrideva contento.

Testo Manuela Valletti

illustrazione Lumen

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Di VALLE INTELVI NEWS

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