(Favola per bambini e sognatori di ogni età)

C’era una volta, nella splendida Valle Intelvi, una catena di monti che parlavano tra loro. Non lo facevano a voce alta, no: usavano il vento, le nuvole, le ombre del tramonto e le canzoni del ruscello.

Il più antico era il Monte Generoso, saggio e barbuto, che conosceva tutte le leggende del mondo.

Accanto a lui, la signora Sighignola, romantica e silenziosa, guardava l’infinito dal suo balcone con la bandiera sulla cima.

Il Monte Caslè, piccolo e vivace, custodiva antichi segreti pre-romani e parlava spesso con le talpe e i tassi.

Un giorno, due nuovi monti si unirono al consiglio:

Il Monte Galbiga, solido e possente, portava sulla schiena intere famiglie di aquile. Dalle sue cime le aquile si lanciavano nel cielo per sorvegliare la valle.

Il Sasso Gordona, il più roccioso, sembrava burbero ma in realtà era tenerissimo. Era l’amico fidato di camosci e linci silenziose che lo visitavano ogni notte per raccontargli la loro giornata.

Una sera, mentre il sole si nascondeva tra i pini e le stelle accendevano il cielo, un’aquila reale planò sul Galbiga e gridò:

“Attenzione! Gli umani vogliono costruire una autostrada che taglierà la foresta del fondovalle! Il Monte Comana sta già piangendo di dolore”.

I monti ammutolirono. Poi il Generoso parlò con voce profonda:

“È tempo che la Lega dei Monti della Valle si risvegli e mobiliti tutti gli abitanti delle nostre foreste.”

Così chiamarono a raccolta tutti gli animali. I cervi lasciarono le radure, i lupi uscirono dai rifugi, le marmotte si svegliarono dal letargo, e persino i gufi più timidi volarono nel cielo della notte.

L’aquila più anziana, Ala d’Argento, si alzó in volo minacciosa, portava nel becco una lettera scritta su una nuvola che diceva:

“Rispetta ciò che ti dà rifugio. La montagna non è tua, è di tutti gli esseri che ci vivono.”

La nuvola con il suo messaggio fu lasciata nella piazza di San Fedele e fu trovata all’alba da un bimbo che doveva prendere la corriera. Il piccolo la lesse ad alta voce davanti agli adulti presenti. I grandi — per una volta — ascoltarono davvero.

L’autostrada non si fece più e il fondo valle restò intatto per la gioia di tutti gli abitanti del bosco, dei monti intelvesi e dei valligiani.

Se un giorno, salendo su una vetta della Valle Intelvi, sentirete il vento sfiorarvi l’orecchio… fermatevi… è Galbiga che ringrazia, o il Sasso Gordona che racconta una storia antica.

Testo Manuela Valletti

Illustrazione Lumen

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Di VALLE INTELVI NEWS

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